E’ questo, in linea di massima, lo slogan che piano piano si sta facendo largo tra i vari programmi di affiliazione destinati al settore trade. Un’ancora di salvezza per gli agonizzanti negozi indipendenti ormai impossibilitati a competere realmente con il mercato della grande distribuzione.
Ce ne sono ormai a milioni, alcuni occulti altri meno, tra 007 point (nome imbarazzante) made in Gamesbond ed Opengames di Promovideo direi che l’offerta è più che completa. Tra tutti probabilmente quest’ultimo è quello che offre le maggiori garanzie e visibilità ma, allo stesso tempo, soffre anche della sindrome praticamente diffusa ovunque del “cambio nome ma faccio come gamestop”.
Offerte così identiche da farmi chiedere una semplice cosa, per quale motivo dovrei andare ad acquistare un videogioco da un’insegna rispetto ad un altra? Quando a prescindere dal nome il risultato e sempre lo stesso, mi conviene semplicemente scegliere il negozio più vicino?
Così oltre all’ormai inflazionata offerta del ritiro di due giochi usati per l’acquisto di un titolo nuovo (anche se qualcosa dall’altra parte del fiume nel frattempo è cambiata), si è affacciato prepotentemente anche quel cancro ormai troppo diffuso delle offerte esclusive. Certo nel caso di Opengames non si parla certo di limited edition ma ho come l’impressione che il sogno bagnato sia proprio quello. Per ora bastano solo qualche gadget, magliette o portachiavi come nel caso di GT5 e Fifa. Nulla di cui preoccuparsi particolarmente anche se fa un po’ specie vedere come al giorno d’oggi la disuniformità di offerta sia così diffusa da diventare un cavallo di battaglia commercialmente imprescindibile.
Ed è così che inseguendosi forsennatamente si corre il rischio di perdere per strada qualche informazione di una certa importanza, come il fatto che una delle corti d’appello americane ha bloccato la rivendita di prodotti usati della Autodesk, da parte di un privato, in quanto nel contratto di utilizzo è presente la dicitura “questo software ti è stato dato in licenza e non venduto”. Una dicitira già presente in modo massiccio un po’ ovunque è ripresa più volte, in campo videoludico, dalla stessa Electronic Arts.
Brutta storia, lo ammetto, perchè da una parte come acquirente vedo lo spettro di un mercato senza possibilità di compravendita e dall’altro il crollo di tutte quelle realtà che fanno dell’usato la propria ancora di salvataggio economica.
Protrebbe essere un nuovo inizio, o la fine di tutto.
Ovviamente, uomo avvisato, mezzo salvato.