Il Potere Delle Idee (E Dei Soldi)

31 03 2010

A molti potrà sembrare strano mentre ad alcuni no (pochi fortunati), ma i prodotti di merchandising che affollano il mercato videoludico oggi sono figli di idee nate diversi anni fa dalle menti e dalla passione di persone che questo settore lo hanno praticamente creato.

Non è una novità, lo so, le idee nascono sempre dal basso per poi essere, inevitabilmente, rubate o copiate da chi ritiene di avere più potere economico e di vendita. La lotta odierna a colpi di distribuzioni più o meno ufficiali di accessori e gadget non sono altro che conseguenze di accerchiamenti attuati da parte di gruppi o aziende che, in mancanza di idee (questo avviene sì e no 365 giorni l’anno), non trovano altra scelta che seguire l’onda generata da altri o far credere alla gente di aver scoperto il prodotto dell’anno dopo anni di affannose ricerche.

Spesso la realtà è ben diversa e fa veramente rabbia vedere gente preparata e con idee veramente all’avanguardia, vedersi rubato tutto in nome di numeri e fatturati fantasmagorici tutti da dimostrare. Riescono a reggere qualche anno finchè qualcuno non decide che è tempo di aggiornare il proprio vecchio catalogo aggiungendoci prodotti che fino a qualche mese prima non sapeva neanche esistessero. L’obiettivo è sempre lo stesso, vediamo chi ha le palle e la bravura di aprire un nuovo segmento di mercato e poi ce lo prendiamo a piene mani!

Ho vissuto una situazione simile in prima persona, dove una distribuzione ben lanciata e che generava numeri più che buoni, dopo anni di sacrifici, è stata completamente fatta a pezzi nel momento in cui un concorrente decise che quel marchio meritava di “meglio”. Così senza neanche accennare ad un contatto diretto con l’azienda distributrice e magari proporre un’alternativa valida alla distribuzione, si decise di andare direttamente alla fonte, srotolare un rotolo di carta igienica con numeri e fatturati futuri e convincere così il produttore che il mercato aveva bisogno di un nuovo retailer.

Si arrivò alla conclusione che la soluzione migliore fosse quella di avere due distributori nazionali!

Risultato? Mercato spaccato, prezzi differenti (chi subentrò si sentì in diritto di abbattere i prezzi per fare quella famosa terra bruciata di cui sopra senza neanche discutere una possibile strategia collaborativa), clienti disorientati, lamentele, problemi, sputtanamento conseguente del prodotto e progressivo abbassamento del target di vendita.

Se andate e chiedere un po’ in giro, a chi questo settore lo conosce veramente e lo ha aiutato ad emergere, troverete storie simili a iosa. La conferma ennessima che a prescindere da tutto, molte volte l’idea, la passione e gli sforzi economici, da soli non bastano.

Ci vuole anche tanta, tanta, tanta, faccia da culo!





La Sfera Di Odino Non è Mai Stata Così Bella

30 03 2010

Altro video che vale più di mille parole. Come disse tempo fa un giornalista sportivo: “viva i giochini adolescenziali!”





Ogni Tanto Capita Anche a Loro

27 03 2010

GameStop in causa per il DLC

Una “class action suit” americana chiede al retailer rimborsi per i contenuti DLC non utilizzabili sui giochi usati

La diatriba tra GameStop e i publisher che offrono contenuti DLC (scaricabili) aggiuntivi gratuiti solo per chi acquista il videogioco nuovo è destinata a intensificarsi dopo che una “class action suit” (causa collettiva) è stata intentata per (secondo quanto riportato dal sito IGN) “aver asserito in modo fraudolento, incorretto, illegale, ed aver volutamente fatto intendere con l’inganno, che i videogiochi usati offrono la possibilità di scaricare gratuitamente contenuti aggiuntivi mentre in realtà non è così”. La causa fa riferimento al fatto che DLC come mappe, personaggi e missioni sono garantite sulla scatola del videogioco ma (per esempio nel caso di titoli EA quali Dragon Age Origins, Battlefield Bad Company 2 e Mass Effect 2, non sono disponibili agli utenti del videogioco usato.

Fonte: http://www.E-Duesse.it





Ma Quanto Mi Costi

26 03 2010

L’importazione di giochi da mercati esteri, ed in particolare Usa e Giappone, è stata il cavallo di battaglia di molti retailer indipendenti sin dalla notte dei tempi. Una moda lanciata da marchi storici che dava la possibilità a tutti gli appassionati di provare titoli che, nella maggior parte dei casi, sarebbero arrivati in Europa solo mesi dopo o, addirittura, mai distribuiti (succede ancora oggi).

Fino a diversi anni fa, quando ancora internet non era diffuso come oggi, risultava difficile per la gente rendersi conto di quanto effettivamente un gioco proveniente dal Giappone potesse costare, cosa che invece ora è alla portata di tutti. Basta andare in un sito di riferimento qualsiasi (playasia.com su tutti), convertire lo yen in euro e il gioco è fatto.

Questa, ovviamente, è un’informazione decisamente parziale e una questione che spesso mi viene sottoposta riguarda proprio la differenza enorme di prezzo che si viene a creare tra il gioco distribuito in Giappone/Usa e quello venduto qui da noi. Spesso ci si becca la classica frase “siete dei ladri” o “faccio prima a comprarmelo direttamente là”, purtroppo la conoscenza di come funziona un’importazione è decisamente bassa e non è veramente mai facile convincere la gente che un’azienda che fa questo tipo di lavoro ha molti più passaggi, anche a livello economico, da sopportare.

Partendo dal presupposto assodato che il margine medio su di un videogioco è sempre molto basso, questo aspetto assume valore ancora maggiore quando si tratta di un’importazione. Il perchè è presto detto, basta dare un’occhiata alla procedura che un’azienda seria (mi raccomando, sottolineatevi questa parola) deve seguire:

  1. Trovare un fornitore serio che possa applicare prezzi di rivendita umani (cosa difficilissima);
  2. Cercare un corriere che applichi buone tariffe (scordatevi raccomandate o poste varie, il servizio viene prima di tutto, specialmente in un settore dove l’attesa non è quasi mai accettata);
  3. Acquistare minimo tra i 20 e i 30 pezzi (assortiti e non) in modo da ammortizzare i costi di spedizione;
  4. Consegna dei codici di sdoganamento al corriere per procedere all’operazione di calcolo dazi ed iva;
  5. Acquisto bollini SIAE per regolarizzare la vendita;

Tenendo anche conto del cambio spesso variabile possono capitare spedizioni con incidenze anche del 30/40% sul prezzo di rivendita iniziale del prodotto, una base di partenza già superiore al prezzo di vendita al pubblico nei paesi di origine.

A questo punto sta alla direzione interna all’azienda decidere quale ricarico applicare al prodotto e sperare così che la vendita possa coprire il costo dell’investimento (la clientela a volte è schizzofrenica, bastano 4/5 prenotazioni annullate e sono guai!) e raggiungere così un onesto guadagno.

Come si suol dire, è uno sporco lavoro, ma qualcuno lo dovrà pur fare.





La Magia Del Guardiano

24 03 2010

Continua il viaggio nel mondo della video-arte interattiva, non è ancora uscito ma fa già parlare di sè per quell’atmosfera che sprigiona magia da ogni pixel, The Last Guardian lascerà il segno.





Quella Sporca Dozzina

24 03 2010

Ormai lo avrete capito, Gamestop (e soci) non mi sta molto simpatica, per uno e mille altri motivi. Seppur ancora nel settore non ho negozi di proprietà, anche se un mezzo progetto in testa ce l’ho, e non mi sento quindi colpito direttamente dal fenomeno americano in questione, ammetto però che, conoscendo le meccaniche/magagne che regolano questo settore, mi riesce difficile trattenere un sorriso ironico su molte delle cose che fanno.

Bisogna dargliene atto, hanno fatto e continuano a fare cose, a livello commerciale, imponenti e di successo. Hanno fatto moda si direbbe, una moda però con grossi limiti che molto spesso richiedono solo cinque minuti di ragionamenti per essere compresi. L’acquisto impulsivo è un fenomeno ben conosciuto così come l’abbaglio da promozione.

Si crede di fare un affare mentre in realtà le cose stanno decisamente in modo differente. Prendiamo questa genialata come esempio:

Fino a qualche tempo fa il costo della promozione era di 199€, ora come potete vedere è stato aumentato a 229€. Il prezzo d’acquisto di una console PS3 nuova è di 299€, quindi il risparmio sarebbe di 70€, non male se non fosse che per ottenerlo è necessario o svuotare parte dello scaffale con i giochi PS2 o regalare 3 giochi PS3/360/Wii.

Voglio però soffermarmi sulla prima parte e cioè quella relativa alle vecchia console di casa Sony, facciamoci due calcoli semplici assieme:

  • Richiesta: console PS2 + 10 giochi + memory card
  • Totale pezzi: 12
  • Valutazione singolo pezzo: 5,83€

Aggiungete le classiche restrizioni che vi impediranno di dare indietro determinati giochi (a meno che non siate amici di qualche commesso) ed ecco spiegato perchè, a volte, non ci vuole molto per capire quando qualcuno ti sta prendendo in giro.

Se proprio volete sbarazzarvi di roba “vecchia” (anche se il videogioco non invecchia mai! Sappiatelo!) fatevi un favore, utilizzate mercatini presenti nei vari forum specializzati o vendete su ebay, ne guadagnerete molto di più ed eviterete che qualcun’altro continui a specularci sopra.





Hokuto Musou Treasure Box (Limited Del Giorno)

23 03 2010





Casual Più Videogiochi Uguale R4? (Reloaded)

23 03 2010

Potrebbe sembrare una forzatura ma è un discorso che reputo ben più radicato di quanto possa sembrare. Il concetto che mi frulla per la testa è molto semplice, la diffusione del medium videoludico tra le masse di non appassionati può portare queste persone a chiedersi una semplicissima cosa: “il videogioco mi piace ma non è la mia passione, perchè mai dovrei spendere 60€ o più per una cosa che reputo sì divertente ma anche superflua?” Il risultato è che moltissimi di questi utenti finali tendono ad acquistare modifiche o periferiche che permettono di utilizzare videogiochi o programmi non originali sulle loro console.

In questo caso parliamo di persone che non hanno una vera e propria passione per il prodotto, non lo collezionano, non ne conoscono la storia nè tanto meno il suo vero valore culturale, è semplicemente un passatempo che costa troppo. Non mi è capitato di rado vedere mamme o papà entrare in un negozio e chiedere informazioni sulla famosa R4, una semplice periferica che permette di utilizzare copie di back-up sul proprio DS. Per loro la richiesta era legittima, vedevano uno strumento semplice che avrebbe permesso loro di evitare spese ulteriori inuli lasciando comunque la possibilità a se stessi o al proprio figlio di giocare ancora.

Ci sono casi di persone che invece conoscono e capiscono bene le implicazioni che portano il dowload di materiale pirata e relativa modifica, ma per gli stessi motivi di cui sopra non hanno problemi a farlo.
E’ ovvio che la pirateria sarà sempre diffusa e probabilmente non esiste un vero rapporto tra chi è appassionato e chi non lo è, ma è indubbio che l’allargamento del target di un prodotto, soprattutto tra chi fino a poco tempo fa non lo utilizzava neanche, possa portare ad un incremento anche “incoscente” del fenomeno della pirateria.





The Art Of Games

19 03 2010

Mentre in un gamerush di zona un commesso consigliava God of War 3 al figlio di 10 anni (viva il PEGI!) di una cliente che spero non ritorni mai più in quell’inferno ecco una serie di immagini prese da una mostra di arte videoludica organizzata ad Aosta, tanto bella quanto poco pubblicizzata a livello nazionale.





Altro Che Pennello Cinghiale

19 03 2010

Continuo la mia personale rassegna video di capolavori, questa volta a colpi di pennello con Okami!